Studio modellistico dei meccanismi di deformazione della matrice rocciosa rilevabile in giacimenti a gas con la tecnica dei marker radioattivi ed applicazione ai pozzi profondi del litorale e dell'offshore Adriatico - Relazione Tecnica Fase II

D. Bau', M. Ferronato, G. Gambolati, P. Teatini
Dept. Mathematical Methods and Models for Scientific Applications, University of Padova, Padova, Italy



INTRODUZIONE

Il presente rapporto completa la seconda fase del Progetto di Ricerca sviluppato dall'Universita' di Padova, Dipartimento di Metodi e Modelli Matematici per le Scienze Applicate (DMMMSA), su incarico conferito da ENI S.p.A. - Divisione AGIP ed avente come oggetto lo studio modellistico dei meccanismi di deformazione della matrice rocciosa rilevabile in giacimenti a gas con la tecnica dei marker radioattivi ed applicazione ai pozzi profondi del litorale e dell'Offshore Adriatico.
La Fase 2 e' relativa allo studio con modelli 3-D assialsimmetrici della deformazione locale rilevabile in situ con la tecnica dei marker radioattivi in presenza di configurazioni litostratigrafiche tipiche del bacino Adriatico, caratterizzate, alla scala della misura, da contrasto di permeabilita' verticale e compressibilita' della roccia e da alternanze di livelletti sabbiosi ed argillosi. Lo studio prevede l'analisi dell'influenza della distanza tra il pozzo produttivo ed il pozzo di misura e la valutazione dell'influenza del coefficiente di Biot.
Il dettaglio litostratigrafico messo a disposizione da AGIP, molto superiore a quello utilizzato fino ad ora nell'analisi statistica delle compressibilita' da misure in situ, ha consentito una schematizzazione molto accurata della successione stratigrafica tipica dei livelli monitorati a marker nell'Offshore Adriatico. La caratterizzazione attraverso elettrofacies del pozzo Angela-14 (prevista in un prossimo futuro anche per i pozzi Barbara-101 e Amelia-21) ha resa necessaria la costruzione di una griglia di calcolo caratterizzata nella zona di maggiore interesse da un passo di discretizzazione verticale di 1 m e l'utilizzo di quattro tipologie di sedimenti con altrettante proprieta' idrauliche.
Lo studio della deformazione in situ e' stato eseguito per diversi scenari che tengono conto della possibile variabilita' dei dati in input al modello. In particolare sono state considerate due configurazioni stratigrafiche: la prima, denominata ''argille'' (CL) e tipica di Angela-14, e' caratterizzata da livelletti sabbiosi mineralizzati di spessore ridotto (1 m) all'interno di formazioni argillose piu' potenti; la seconda, denominata ''sabbie'' (SD) e tipica di Amelia-21, e' invece caratterizzata da formazioni sabbiose piu' spesse (fino a 10-15 m) separate da sottili strati di argilla. Sono state prese in considerazione due tipologie di estrazione, una relativa ad un singolo pozzo, l'altra alla presenza di piu' pozzi, assimilabile ad un pompaggio uniformemente distribuito. Individuata una configurazione parametrica di base in relazione ai valori di permeabilita', compressibilita' e coefficiente di Biot, e' stata eseguita un'analisi di sensitivita' a tali parametri con lo scopo di valutare l'influenza sullo stato deformativo locale della maggiore o minore tenuta delle argille di copertura delle formazioni mineralizzate, della presenza di strati sovra- o sottoconsolidati e di grani piu' o meno compressibili.
Le simulazioni degli scenari parametrici prescelti sono state eseguite con il modello poroelastico accoppiato agli elementi finiti descritto nel rapporto redatto al termine della Fase 1. La presentazione e' organizzata come segue. Dapprima vengono descritti i dati a disposizione sui quali e' stata basata la modellizzazione, la metodologia adottata per la costruzione della griglia di calcolo ed i parametri utilizzati per la soluzione del modello agli elementi finiti. Sono quindi definiti i diversi scenari di simulazione. Vengono infine mostrati e commentati i risultati ottenuti in termini di campi di flusso e di deformazione, come curve di compattazione/espansione misurabili da marker presenti nel mezzo poroso e come valori di compressibilita' calcolate a posteriori sulla base della risposta del modello. Particolare attenzione e' stata posta nell'individuazione di eventuali fenomeni espansivi del mezzo poroso che possono pregiudicare il calcolo di un coefficiente di compressibilita' in situ o portare alla determinazione di valori non rappresentativi della reale deformabilita' del materiale. Il rapporto e' completato da una serie di osservazioni conclusive.

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